mercoledì 4 gennaio 2012

Il carattere rigido: orgoglio e pregiudizio





“Non aspettare di essere morto per lasciarti andare,
lasciati andare ora.” A. Lowen



Premessa

Nello scegliere l’argomento da trattare in questo elaborato non ho avuto dubbi: è questa una tipologia di carattere che sento molto vicina a me, pur riconoscendomi le doverose differenzazioni e ricordandomi, sempre, che non esistono nella realtà caratteri puri. Per questo motivo intendo, nel mettere nero su bianco, fermare anche dentro di me dinamiche e caratteristiche del carattere rigido, in modo da poterle ulteriormente “vedere”, per poi farne, magari, buon uso.
“La struttura del carattere definisce il modo in cui un individuo tratta il proprio bisogno di amare, la sua ricerca di intimità e il suo desiderio di piacere”. (Alexander Lowen) lungo un asse che raggiunge la salute emotiva, caratterizzata dalla spontaneità nel protendersi verso l'esterno per ricercare il contatto e l'amore; il disturbo schizoide si trova all'inizio, con un ritiro dall'intimità, sentita come eccessivamente minacciosa. Le altre tipologie caratteriali sono distribuite ordinatamente da sinistra verso destra, lungo un continuum, in funzione di quanto configgono con la salute psichica, intesa come capacità di intimità e contatto.
Caratteristiche e diritti negati:
  1. Il carattere schizoide evita il contatto. A lui è stato negato il diritto di esistere.
  2. Il carattere orale riesce a stabilire una intimità unicamente per soddisfare il suo bisogno di (ricevere e dare) calore e aiuto. Gli è stato negato il diritto ad essere nutrito.
  3. Il carattere psicopatico riesce ad entrare in contatto solo con chi ha bisogno di lui, in modo da poter controllare la relazione. Ha sperimentato la negazione del diritto di essere sostenuto nella propria identità.
  4. Il carattere masochista stabilisce un rapporto con un atteggiamento di sottomissione. La paura tipica del masochista nasce da una convinzione: che l'espressione di un sentimento negativo, o il riconoscimento della propria libertà, provochi la rottura del rapporto e la perdita del contatto intimo. La negazione sofferta riguarda il diritto di essere libero.
  5. Il carattere rigido rimane in una dimensione emotiva ingabbiata. In questo modo l'intimità ed il coinvolgimento emotivo nelle relazioni è sempre parziale. L'ultimo piano della sua casa emotiva rimane inaccessibile. L'eziologia della problematica si trova nel complesso edipico, nell'angoscia di castrazione, nel senso di colpa e nell'odio represso.
Ho voluto riepilogare anche i blocchi degli altri caratteri per evidenziare che nel rigido queste fasi sono state superate in modo piuttosto adeguato. La problematica del rigido, dunque, si inserisce in una cornice più matura: riguarda infatti il suo essere libero di amare insieme sessualmente e con il cuore. Egli sente, a causa del conflitto edipico, di poter aprire il cuore solo rifiutando la sessualità e, al contrario, di poter essere un essere sessuale solo tenendo chiuso il cuore. Questo accade perché durante la fase edipica, quando il bambino, totalmente aperto, si muove nella direzione del genitore del sesso opposto, ne incontra uno incapace di accogliere questa apertura, per svariati motivi, causando così un blocco ed instillando nel bambino l’idea che:
1)     è sbagliato (l’idea soggiacente è quella del peccato), che si tramuta facilmente in
2)     “sei” sbagliato, dunque, non vai bene, non sei abbastanza
Ecco perché il rigido entra in competizione con il mondo: una sfida, la sua, legata alla seduzione (fare le cose e farle molto bene in modo da ottenere amore), per dimostrare di valere. È questa una condizione reale e non slegata dalla realtà, perché il rigido è il carattere più energeticamente carico ed è quindi assolutamente in grado di portare a termine ogni compito nel migliore dei modi.

1. Come appare un essere in gabbia
Le persone rigide tendono ad avere un carattere fermo, inflessibile e orgoglioso. Il capo è tenuto alto e la colonna vertebrale in una costante situazione di erezione, tipica della posizione del militare sull'attenti. All'apparenza si tratta di caratteristiche con connotazioni positive, se l'orgoglio non rappresentasse una difesa e la "durezza" non fosse rigida, inflessibile. Nella realtà il carattere rigido ha paura di lasciarsi andare perché associa il cedimento alla sottomissione ed al crollo emotivo. Esiste una tendenza masochista in secondo piano dalla quale il soggetto si difende irrigidendosi. Per questo motivo è portato a frenare i sentimenti emergenti, a tenere indietro ogni naturale impulso ad aprirsi e a protendersi verso l'ambiente. Nelle relazioni è una persona estremamente controllata che da l'impressione di non abbandonarsi mai completamente, di non fidarsi mai abbastanza dell'altro. Per lui lasciarsi andare evoca la paura di apparire stupido, quindi si controlla. Un'altra sua paura riguarda il mollare, cedere, sottomettersi: vive queste variabili come pericolose, una reale minaccia contro la sua libertà. La schiena "dritta" e rigida, associata alla permanente capacità di frenarsi è dovuta alla dominante posizione dell'io, che controlla incessantemente il comportamento. Il carattere rigido presenta un buon contatto con la realtà, ma questo
apparente grounding  è utilizzato come difesa contro il piacere di abbandonarsi all'altro. Questo è il conflitto di fondo di questo tratto caratteriale. Le persone con tale sistema difensivo sono comunque orientate verso l'esterno, ambiziose, competitive e dotate di buona aggressività, mentre la passività è sentita come vulnerabilità. L'ostinazione che deriva dall'orgoglio appartiene al carattere rigido, mentre non è sua la malignità, tipica dello psicopatico.

2. I sottotipi
In bioenergetica il carattere rigido si riferisce a diversi sottotipi caratteriali.
  • Il maschio fallico e narcisista, che attribuisce un'importanza assoluta alla potenza erettiva (Il Casanova, ricordato come avventuriero e come colui che fece del proprio nome il sinonimo di seduttore). Il copione della seduzione viene messo in atto in modo quasi compulsivo, ed in questo si incunea l’idea della “vendetta”. Seduce, per poi far rivivere all’altro l’abbandono che sente di aver vissuto.

  • Il carattere femminile  isterico, che usa il sesso come difesa contro la sua sessualità. Questa dimensione è legata al rapporto con il padre che fatica ad accettare la sessualità della figlia, pur avendola inizialmente incoraggiata. Questo tipo di donna sente il richiamo sessuale ma è incapace di vivere la sua sessualità in modo pieno e soddisfacente.

  • La donna mascolina-aggressiva e l’uomo passivo-femminile sono tra loro equivalenti. Si muovono sulla dimensione della seduzione, ma sui binari del “fare” (seduco facendo bene le cose). In questi casi è stato impossibile identificarsi con la sessualità del genitore dello stesso sesso, per un probabile rifiuto (nel caso di un bambino, ad esempio, una madre che non voleva un figlio uguale al padre o, per una bambina, una madre iperfemminile che tiene lontana la figlia dal padre). Nel corpo la mascolina-aggressiva, a differenza dell’isterica che è più “orale”, tenera e disponibile, appare una maggiore durezza, che maschera la sua sessualità. Nell’uomo vale lo stesso discorso, ma in modo speculare.

2.1 La dimensione ossessiva nel carattere rigido
L’ansia del rigido è molto organizzata: un’organizzazione interna che tiene a bada i sentimenti. Questa ipersrtutturazione permette di “fare” le cosa, ma non di “sentirle”. Ecco perché questo carattere può sfociare nell’ossessivo. Il rigido, dunque, presenta anche una tendenza ossessiva; in questo caso questo carattere, rigido come l'acciaio che,  a differenza della rigidità schizoide, non presenta alcuna apparente fragilità (la rigidità schizoide, paragonabile al ghiaccio, potrebbe andare in frantumi) è caratterizzato da un complesso di risposte rigide della personalità, comportamenti e sentimenti che si manifestano in: tendenza a conformarsi a procedure, abitudini o regole in modo eccessivo e non flessibile, occorrenza di pensieri o comportamenti ripetitivi, costante perfezionismo. La dimensione ossessiva rende manifesta un senso di ansia quando le procedure vengono alterate o gli standard tendenti al perfezionismo non sono soddisfatti. Vi è spesso un atteggiamento generale di inflessibilità di giudizio e talvolta anche di moralismo, desiderio di ordine e fedeltà alla routine, inquietudine eccessiva in situazioni che il soggetto percepisce come non prevedibili. Un tratto caratteristico osservabile è il perfezionismo. Queste persone mostrano a volte notevoli difficoltà a distinguere a prima vista i livelli diversi di importanza delle questioni, cioè a limitare la preoccupazione per i dettagli rispetto agli aspetti essenziali. Hanno difficoltà a delegare compiti ad altri temendo che non siano svolti con le procedure desiderate. Gli standard elevati che essi chiedono agli altri in tutti gli ambiti possono creare significativi problemi alla vita di relazione.

3. Eziologia e correlati psicologici
Come abbiamo ripetuto, nelle fasi precedenti (schizoide - orale - psicopatica - masochista), questo bambino non ha subito forti traumi e per questo motivo la sua posizione difensiva è meno grave rispetto agli altri e la quantità di energia a sua disposizione è enorme. Si tratta di un bambino che supera i tre anni di vita avendo ricevuto accudimento, amore, affetto, sostegno, riconoscimento, libertà di muoversi e giocare. Il trauma rilevante riguarda la frustrazione sofferta a livello genitale, che origina dalla proibizione della masturbazione e dal vissuto edipico (rapporto con il genitore di sesso opposto nella fase edipica: 3 - 6 anni). Ha patito il rifiuto della sua naturale ricerca di piacere erotico e sessuale e si è sentito tradito dal suo spontaneo protendersi verso l'amore. Quando l'amore non  è corrisposto colui che ama si sente ferito, un bambino di tre anni ama in modo assoluto, per questo motivo il suo dolore è straziante. Occorre ricordare che per il bambino l'amore ed il sesso sono intimamente connessi, la scissione avviene successivamente, per effetto del maldestro intervento degli adulti e delle loro sofisticazioni sessuali, sconosciute all'innocenza del bambino. Nella mente di un fanciullo piacere erotico, sessualità e amore sono sinonimi. Il bambino per avere l'energia di andare dal genitore del sesso opposto deve essere sostenuto dal genitore del suo stesso sesso, quando questo non avviene la carica energetica si riduce inesorabilmente nel piccolo. Il suo vero trauma affonda le radici nella sensazione che qualcosa è sbagliato in lui e rifiuta i suoi stimoli sessuali, perché non sono stati approvati dai genitori. L'adattamento del piccolo a questa condizione frustrante lo porterà ad agire nella vita con cuore, ma in modo contenuto e sempre sotto l'incessante controllo dell'io. La terapia dovrebbe aiutarlo ad abbandonare proprio questo controllo, lasciando libero il suo cuore di accedere anche agli ultimi piani della sua capacità di amare. Le difficoltà emergono perché da bambino la sua manifestazione aperta di amore come desiderio di intimità fisica e piacere erotico aveva incontrato il rifiuto dei genitori; questo trauma lo limita nell'espressività da adulto; è presente la sua paura di essere ferito di nuovo, ecco che per raggiungere il suo scopo agisce con prudenza e sempre in modo indiretto. Il suo orgoglio è collegato al sentimento d'amore, perché il rifiuto al suo amore sessuale ha rappresentato un'offesa al suo orgoglio. Il rigido si tira fuori dalle emozioni perché il suo cuore è spezzato.
DIRITTO NEGATO: di esprimere la propria sessualità,
IDEALE DELL’IO: io sono forte e non cederò mai, davanti a nessuno,
ILLUSIONI DELL’IO: se non mi lascerò andare e controllerò incessantemente la situazione, tu non potrai ferirmi e non soffrirò un dolore straziante. Otterrò l'amore senza amare. Sono amorevole per le mie buone azioni e posso essere sessuale anche senza amare


4. Caratteristiche fisiche
Il livello energetico è molto alto, ben sviluppato, il corpo del carattere rigido è dunque bello, proporzionato, armonioso, integrato e connesso. Gli occhi sono brillanti, ma osservandoli bene possono presentare un velo di tristezza; il colorito è buono, il capo è orgogliosamente eretto, ed è teso nella regione della fronte e del setto nasale, i suoi gesti ed i suoi movimenti sono vivaci. Un corpo eretto e dritto con un considerevole orgoglio, dunque. Tuttavia, la postura eretta è mantenuta tramite una rigidità dei muscoli del dorso che denota un atteggiamento trattenuto. Questo trattenersi del carattere rigido sorge dalla precoce esperienza di umiliazione da parte del genitore di sesso opposto all’epoca del periodo edipico.
Naturalmente vi sono vari gradi di rigidità nel tipo rigido. Essa "sporca" la coordinazione motoria nella sua spontaneità e la grazia nel muoversi (appare come un robot), gli occhi si opacizzano quando la rigidità è grave. La bocca è spesso ambivalente con l'espressione degli occhi, come a dire: "voglio, ma non ti darò mai la soddisfazione di chiedere". La muscolatura del tronco è così contratta che sembra vivere dentro un "tubo". Tale rigidità è probabilmente legata alla paura di regredire ad un livello masochista. Il collo è forte e muscoloso, presenta una contrazione a livello della mascella, della gola e, soprattutto del bacino.

4.1 Quando il bacino parla
Il bacino, serrato, è in cronica antiversione (glutei indietro), come per tenere i genitali lontani dal cuore. Questa postura comunica “non mi avrai mai più, non avrai più il mio amore, mi hai fatto soffrire troppo e non voglio più sentire tanto dolore”. Per il rigido innamorarsi significa tornare nella dipendenza che lo ha distrutto, il suo oggetto genitoriale rifiutante interno gli impone di essere freddo, insensibile. Non blocca il protendersi ma il bisogno di amare e di essere amato, se fa qualche gesto affettuoso lo fa meccanicamente. I suoi comportamenti intimi teneri (baci, abbracci, carezze, etc.) sono rarefatti e preferisce astenersi. Se si identifica con il genitore rifiutante non apre mai il suo cuore per paura di innamorarsi e toccare così la sua ferita profonda. Tuttavia, ha un enorme bisogno di essere amato e lo dimostra col sesso, dove la sua ansia di prestazione spesso lo porta all'eiaculazione precoce. Dopo l'atto sessuale vuole essere rassicurato: è sessuale per fare bella figura, scinde sesso e amore. Se soddisfatto sessualmente non ama, se ama non riesce ad essere sessuale, frequentemente vede il suo partner d'amore come il genitore del sesso opposto. Quando il rigido si innamora, ed accade raramente, può sviluppare una dipendenza dall’oggetto d’amore e per questo, travolto dal dolore, può regredire a una posizione masochistica: come in una profezia che si auto avvera, nella relazione d’amore il rigido rischia di fasi molto male. A livello sessuale, quando non c'è soddisfazione emerge la compulsione (tanti rapporti in una unità di tempo). Nei rapporti sessuali è infatti interessato alla potenza e alla frequenza, della quale ama vantarsi con gli amici. Invece ha molta vergogna del giudizio degli altri e di fare brutta figura. Si illude di poter comprare l'amore col successo, purtroppo riesce ad ottenere con questa modalità solo un poco di attenzione. Il rigido è uno specialista a fare innamorare gli altri attraverso il suo successo, lavora molto, è molto autonomo, non è dipendente, porta a termine gli impegni con successo e possiede una buona autostima. E' un tipo volitivo, cerca sempre un nuovo obiettivo, gli piace sentirsi bravo. E' sensibile ai desideri degli altri ma non si apre, comunque sostiene gli altri e li invita ad aprirsi, cerca di soddisfare i desideri del prossimo. Chi seduce il rigido è il carattere psicopatico, gli gonfia l'io per poi manipolarlo, ma se il rigido scopre la manipolazione si infuria. Non si trova bene con il tipo masochista, il rigido è attivo, mentre il masochista è passivo nella vita. Nella relazione con il carattere orale ognuno presenta le sue paure: il rigido di essere rifiutato, l'orale di essere abbandonato.

5. Il rigido in terapia
La terapia si pone l'obiettivo non di eliminare (impossibile), ma di aprire gradualmente l'armatura somato-caratteriale per poter contattare i sentimenti chiusi da lungo tempo. Sarà importante per il rigido ricontattare nel setting terapeutico quegli occhi che a suo tempo lo hanno rifiutato straziandolo e vivere un diverso finale. Un finale dove l'energia che ha incapsulato la difesa del cuore, costruendo la corazza che come un tubo lo serra strettamente, possa finalmente liberarsi ed esprimere tutta la rabbia e tutta l'energia (nel rigido enorme energia) che a suo tempo il bambino che è in lui non aveva avuto proprio in nessun caso l'opportunità di agire. L’energia è ben distribuita: la carica energetica, come si è detto, si è potuta sviluppare bene, ma proprio per questo è più difficile allentare le tensioni. Gli esercizi proposti in terapia devono essere “forti”, altrimenti si corre il rischio che il rigido non li senta neppure. In terapia sarebbe opportuno fluttuare tra le dimensioni del “fare” e del “non fare”: se infatti un paziente dal carattere rigido sente che il terapeuta ripone delle aspettative nei sui confronti, perde il gusto di lavorare “per sé”. È questa la causa della possibile collusione con il terapeuta, in cui può avvenire la perdita di senso della libertà interiore. Il pericolo di far nascere il risentimento in persone con queste caratteristiche,  sempre dietro l’angolo. Il rigido deve imparare a mollare (il fare) e a “stare”, per creare lo spazio interno del cuore e della sessualità; uno spazio dove può pulsare di nuovo, laddove la pulsazione è stata imprigionata. Ottime a questo scopo le pulsazioni: le pulsazioni hanno il potere di ristorarlo.
5.1 La paura di cadere: un esercizio
I diversi caratteri, ognuno a suo modo, sono legati alla paura di cadere: per il carattere rigido la caduta è perdita dell’orgoglio. Cadrebbe in avanti sbattendo la faccia e il suo io potrebbe frantumarsi, l’ansia è molta in quanto questa personalità è fortemente legata a sentimenti di indipendenza e libertà.
Per ogni persona la caduta rappresenta la resa o la rinuncia ai propri schemi di controllo e dunque alla posizione difensiva.
Siccome questa posizione è stata sviluppata come meccanismo di difesa e al fine di assicurare un certo contatto , un certo grado di indipendenza e di libertà, nell’abbandonarla si evoca tutta l’ansia che in origine ne aveva imposto lo sviluppo.
Al paziente si può chiedere di correre il rischio perché la sua situazione di adulto è diversa da quella dell’infanzia.
La funzione del terapeuta è di aiutare il paziente a superare l’ansia dello stato di transizione, scoprirà così che il terreno sotto i piedi è solido e che è in grado di reggersi da solo.
Per raggiungere questo scopo è possibile utilizzare l’esercizio della caduta.
L’esercizio proposto  consiste nel mettere davanti al paziente un materasso in modo che se il paziente cade non si farà male, si chiede di spostare tutto il peso su una gamba e di flettere completamente il ginocchio caricato, l’altro piede tocca leggermente il suolo e serve solo per l’equilibrio.
Il soggetto deve stare in questa posizione finché cade, ma non deve lasciarsi cadere.
Lasciarsi andare coscientemente non equivale a cadere, perché l’individuo controlla la discesa. Per essere efficace la caduta deve avere la qualità involontaria. Se la mente è attenta a mantenere la posizione allora la caduta rappresenterà la liberazione del corpo dal controllo cosciente; la maggior parte delle persone ha paura di perdere il controllo del proprio corpo perciò questo fatto è già di per sé tale da provocare ansia.
Attraverso questo esercizio sarà possibile farsi un’ idea dell’atteggiamento del paziente e il modo in cui si tiene sarà il modo in cui andrà nel mondo, permetterà una lettura del corpo e rileverà l’impasse in cui è imbrigliato. Questo esercizio infatti mette a nudo le fissazioni che tengono sospesa una persona e creano l’ansia di cadere.
Questo esercizio specifico aiuta anche a fornire queste esperienze, stando in piedi con tutto il peso su una gamba si esercita sui muscoli una pressione che è sufficiente a stancarli. Man mano la contrazione favorirà la vibrazione che permetterà una maggiore sensibilità nelle gambe.
Nel contempo la respirazione diventa più profonda. Il corpo può essere percorso da tremiti  ma il  soggetto non cade e si accorge con stupore che la gamba continua a reggerlo anche se ha allentato il controllo cosciente sul corpo.
La gamba cede ed avviene la caduta, è un grande sollievo scoprire di non essere fatti di acciaio, scoprire che quando non è più in grado di reggersi in piedi il corpo cade.
Si prende coscienza inoltre che la caduta non è la fine, che  non si viene distrutti e che il corpo può rialzarsi.
All’esercizio del cadere si fa eseguire anche quello di alzarsi.








BIBLIOGRAFIA

Alborghetti Stallone Maria: "Bioenergetica per tutti" - Universo Editoriale 2004

Lowen A., Lowen L.: "Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica. Manuale di esercizi pratici" Roma, Astrolabio, 1977
Lowen A.: "Amore e orgasmo" Milano, Feltrinelli, 1977
Lowen A.: "Il linguaggio del corpo" Milano, Feltrinelli, 1978
Lowen A.: "Bioenergetica" Milano, Feltrinelli, 1983
Lowen A.: "Il Piacere" Roma, Astrolabio, 1984
Lowen A.: "Arrendersi al corpo" Roma, Astrolabio, 1994
Lowen A.: "Amore sesso e cuore" Roma, Astrolabio, 1989
















INDICE

PREMESSA
  1. Come appare un essere in gabbia                                              p.3
  2. I sottotipi                                                                                p.4
2.1           La dimensione ossessiva nel carattere rigido                          p.5
  1. Eziologia e correlati psicologici                                                  p.6
  2. Caratteristiche fisiche                                                               p.7
4.1           Quando il bacino parla                                                          p.8
  1. Il rigido in terapia                                                                     p.9
5.1 La paura del cadere: un eserizio                                               p.10
BIBLIOGRAFIA                                                                              p.12

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